
Quello di
Lara Martelli è un caso singolare nel panorama rock/pop italiano. Sale per la prima volta alla ribalta nel ’97 vincendo la “categoria emergenti” di
Sanremo Rock; da allora Lara è cresciuta, è diventata un’artista completa capace di realizzare album di valore come
“Orchidea porpora” (2002) e “Cerridwen” (2007), ma - malgrado uno spessore artistico robusto - è rimasta per l’opinione comune una
promessa, una curiosa novità. Le abbiamo rivolto alcune domande, parallelamente alla consegna del premio come artista rivelazione indie-pop dell’anno al
MEI 2008: ne è venuto fuori un punto della situazione, un piccolo riassunto della sua carriera prima di entrare in studio per
un nuovo album, per una nuova avventura.
Quanto ti dà fastidio l’etichetta di eterna emergente?
Ci sono abituata. La prendo a ridere e voglio sperare che “rivelazione" è riferito all'album, non all'artista.
Ti senti nel pieno della maturità?
Mi sento un’artista in movimento, che sta andando avanti. Tutto il percorso fatto mi ha portato fino a dove sono adesso e a quello che sono. Come essere umano ho fatto tanta strada, ma il sentiero dell'arte, fortunatamente, non ha una fine.
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