sabato 12 febbraio 2011

Quintorigo: Live @ Circolo degli Artisti, Roma 11.02.2011

I Quintorigo dal vivo non deludono mai. Forti di una formazione rodata da anni di militanza e di un vocalist poderoso come Luca Sapio (a proposito del quale possiamo parlare di un'altra scommessa vinta dalla band in un cammino artistico tortuoso), regalano al pubblico del Circolo degli Artisti di Roma l'ennesima prova di potenza, intelligenza formale e precisione esecutiva.
I brani del nuovo lavoro in studio "English Garden" ancora non sono stati assimilati dai fan, anche se dal palco emergono in una dimensione maggiormente aspra, votata a un groove scurissimo, e pronti ad essere proposti anche fuori dai confini nazionali. Sapio trascina la band attirando le attenzioni su di sé, assolutamente padrone dei propri mezzi, al centro della scena. Timbro importante, interpretazioni da frontman navigato, feeling con il pubblico. Dietro di lui il consueto muro di suoni elettrificati che Valentino Bianchi e soci sanno erigere come pochi altri.
Anzi, il loro è un raro esempio di band capace di muoversi con delicatezza su lastre di ghiaccio sottilissime e un minuto dopo affondare colpi diretti che fanno tremare i muri del club capitolino.
In scaletta qualche successo di un passato indimenticato ("Kristo sì", "La nonna di Frederick") e alcune cover che ormai fanno parte del substrato cutaneo dei Quintorigo, vedi la splendida versione di "Heroes", chiudono il cerchio attorno a un'espressione artistica notevole, che dopo un'ora e mezza lascia malvolentieri spazio all'incombente dj set.

venerdì 4 febbraio 2011

Negramaro: Casa 69


“Casa 69” è l’abum più complesso dei Negramaro, sia dal punto di vista prettamente musicale che concettuale. La band, nel frattempo giunta al quinto lavoro in studio di una carriera consacrata dal largo consenso di pubblico, si identifica e fonda i suoi principali tratti caratteriali - come diversamente non potrebbe essere - sui timbri e sull’interpretazione vocale di Giuliano Sangiorgi, il quale firma i testi di tutti i brani in scaletta.

Diverse sono le canzoni dai toni soffusi e pensosi che danno respiro – e impreziosiscono - una tracklist importante (composta da sedici brani e ben diciotto nell’edizione deluxe) dove le parole di Sangiorgi risaltano con fragore, mettendo in evidenza la tematica dell’incomunicabilità attorno alla quale si fonda l’intero lavoro.

Da copione non mancano i potenziali singoli trascina folle, come “Io non lascio traccia”, arricchita nelle note finali dalla voce recitante di Carmelo Bene al quale è dedicato il brano, o la melodiosa “Sing-hiozzo”; poi ci sono diversi passaggi dal taglio maggiormente rockettaro, frutto del lavoro svolto in studio col produttore David Bottrill , che avvicinano la band a certe sonorità indie italiane esportabili, leggi gli Afterhours degli ultimi anni.

A margine va segnalata la presenza di Elisa nel brano radio friendly “Basta così” e la magnifica copertina, che ritrae una scultura in vetro opera del bassista Ermanno Carlà, di un album che potrebbe rappresentare una piccola svolta nel cammino della band salentina, che seppur investendo molto sulla causa sembra ancora troppo concentrata sull’effetto.

Regina Mab: Col sole in fronte


Se dal precedente Palle da Tennis ad emergere era stato il lato ironico della cifra caratteriale dei Regina Mab, dal nuovo Col sole in fronte viene fuori il pensiero profondo - e colmo di significati - di una band alla quale va riconosciuta un’originalità non comune.

I ragazzi di Verona sviluppano il loro credo musicale servendosi di un modo espressivo che fa leva sulla voce narrante di Franco Manzini, il quale si muove in primo piano su uno sfondo acustico (chitarre, basso, batteria accennata), che all’occorrenza sa colpire con decisione.

Questa volta non sono i tennisti di inizio secolo i protagonisti della vicenda, ma Rita Rosani, ventenne maestra elementare di religione ebraica, che si arruolò nei partigiani e ricevette, dopo morta, la medaglia d’oro al valore civile. Manzini si serve dei testi originali di Paolo Ragno per tracciare le coordinate della società italiana ai tempi del fascismo e della Seconda Guerra Mondiale, prima di entrare direttamente nelle vicende che hanno caratterizzato il percorso della Rosani, una ragazza vogliosa di far valere le proprie idee e i propri ideali di libertà. Quella “Libertà”, presa dal songbook di Giorgio Gaber, che apre e chiude questo lavoro dove trovano posto anche altri due brani reinterpretati e adattati al contesto, come “My Generation” degli Who e “Teardrop” dei Massive Attack.

Col solo in fronte è un album che cattura l’ascoltatore grazie, soprattutto, alle capacità narrative di Manzini, che con le sue inflessioni dialettali, gli accenti e le sottolineature traduce in musica le immagini in bianco e nero di una storia che ancora oggi riesce a commuovere e far riflettere.

Dieciunitàsonanti: manuale d'ascesa e caduta


Dieciunitàsonanti è la classica rock band – con inclinazione sul versante pop - composta da chitarra, basso, batteria e voce in primo piano. Nello specifico quella di Alessandro Sfasciotti, che attraverso i testi cantati in italiano descrive la società del nostro tempo, con tutte le sue contraddizioni e le sue incertezze.
“Manuale d’ascesa e caduta” è un album d’esordio realizzato dopo un paio di ep e una considerevole gavetta di live performace, composto da undici brani dall’andamento uniforme, assonante, senza grandi strappi né sotto profilo melodico né dal punto di vista stilistico.

La forza di questo lavoro va ricercata nelle metafore e nei sottintesi, che descrivono l’arrivismo delle nuove generazioni, le realtà tragiche e la crisi dilagante, mettendo in primo piano l’individuo e soprattutto quel sottilissmo filo che divide il momento dell’ascesa e quello della caduta di un uomo.