giovedì 30 luglio 2009

Luminal: canzoni di tattica e disciplina

“Canzoni di tattica e disciplina” è il primo lavoro in studio dei Luminal e si compone di undici brani, densi di contenuti e di grande espressività, fatti sì di tattica, che possiamo individuare nell’impatto senza troppi giri di parole, e anche disciplinati se vogliamo, nella loro coerenza, nel loro somigliarsi.
Questa è la ragione sociale della band romana, presa di buon occhio da Cristiano Santini che ne ha curato la produzione e, molto probabilmente, incanalato la forza espressiva verso un rock asciutto, penetrante.
L’album avanza senza sbavature e divagazioni sul tema; le track si susseguono con buon ritmo e vivono principalmente sull’alternanza vocale di Alessandra Perna e Carlo Martinelli, andando a solleticare scenari punk (“Il sonno del coyote”) e ambientazioni semi-apocalittiche (“Inferno/Paradiso”). I testi sono di una crudezza, a tratti, difficilmente masticabile, su tutti il passaggio «ho scopato un coyote e c’hanno fatto un film», che non può lasciare indifferenti.
Nell’insieme si tratta di un buon debutto, che suona piacevolmente un po’ retrò, con chiari riferimenti alla scena rock dei Novanta, di cui proprio Santini con i Disciplinatha fu uno degli alfieri, ma per il futuro bisognerà lavorare sulla fantasia, sull’inventiva, anche perché tutto il resto è già ben messo a punto.

venerdì 10 luglio 2009

Brad Mehldau: Live @ Auditorium, Roma 5/7/2009

C'ha pensato Brad Mehldau a far luce sulla Cavea dell'Auditorium dopo che, un istante prima del suo ingresso sul palco, l'ultimo raggio di sole di una domenica equatoriale aveva mollato la presa su Roma.
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Pippo Matino: Joe Zawinul Tribute

Nel tributo dedicato alla figura di Joe Zawinul, Pippo Matino chiama a raccolta alcuni dei suoni abituali compagni di ventura, tra i quali il batterista Claudio Romano, e altri musicisti di levatura assoluta come il chitarrista Amit Chatterjee, a lungo collaboratore di Zawinul.
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Massimo Barbiero e Maurizio Brunod with Alexander Balanescu e Claudio Cojaniz: Marmaduke

Registrato quasi completamente nell’arco di una sola giornata, “Marmaduke” è il risultato che scaturisce dall’incontro di quattro personalità musicali per la prima volta insieme. Un album dall’incipit creativo improvvisato, ma che restituisce all’ascoltatore un’idea ben salda di strutture e codici apparentemente scritti, incosciamente concordati.
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Silvia Mattia: Ama!

Silvia Mattia esordisce con un disco prodotto dall’Unione Italiana Ciechi e degli Ipovedenti Onlus (UIC), dopo aver vinto il Primo Concorso Nazionale Canoro riservato a giovani artisti ciechi. In “Ama!” la cantante fa valere le sue ineceppibili capacità tecniche, dovute agli anni passati in Conservatorio e allo studio del canto lirico.

Urto - Upside Down

“Upside Down” è il punto esclamativo nella storia degli Urto. La band è attiva da inizio Millennio e dopo cambi di formazione, assestamenti, esperienze importanti e deliri di vario genere, pubblica questo primo full-lenght per la label Punishment 18.

Fabryka - Istantanea

È di sicuro impatto mediatico la formula pop messa a reagire dai promettenti Fabryka. Un andamento generale che richiama scenari primaverili, spensierati, fatti di elettronica leggera, archi sullo sfondo, linee di piano a contrappuntare una voce fresca e brillante.
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giovedì 2 luglio 2009

Wasabi: Wasabi

Ogni qual volta si mette nel lettore un CD di un trio piano-batteria-contrabbasso, c'è sempre l'eventualità di andare incontro a un ascolto standardizzato, prevedibile. Ma difficilmente la Picanto Records di Sergio Gimigliano si lascia catturare da progetti canonici, dalle trepidazioni schematizzate, e Wasabi ne è ulteriore prova.

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Intervista a Lorenzo Feliciati:

Come e perchè è nato il progetto Wasabi?
Avevo il desiderio di costruire qualcosa insieme a Emanuele Smimmo e Alessandro Gwis. Abbiamo suonato insieme tantissime volte e ho subito pensato a loro quando l'idea di un trio di musica acustica, ma d’impatto, ha cominciato a girarmi in testa.

Qual è la relazione tra il wasabi e la musica che proponete?
Il wasabi è una salsa solida di grande "impatto" sul palato, che rende molto speziato e saporitissimo il pesce crudo tipico del sushi. Mi sembrava un parallelo interessante e spero che l’ascoltatore della nostra musica senta l'impatto dei Wasabi.

Sei l'autore della maggior parte dei brani, ma nell'insieme "Wasabi" non sembra un disco pensato prevalentemente da un bassista, si respira più aria di lavoro comune. È un'impressione esatta? Come si è svolto il processo compositivo?
Uno dei punti fermi del progetto, condiviso anche dagli altri compagni di avventura, è stato quello di cercare di aggirare anche nella scrittura del nostro repertorio quelli che sono gli stilemi del "piano trio" classico, con brani costruiti secondo gerarchie e ruoli ben codificati. Ho quindi cercato insieme a Emanuele e Alessandro di costruire brani che lavorassero su coordinate un po’ diverse dal solito. Sono un musicista di estrazione rock e progressive, è stato naturale per me pensare a riff e a costruzioni più "a strati" piuttosto che alla verticalità dove uno strumento suona il tema (di solito il piano) e gli altri due accompagnano.

"The Talking Asshole", oltre a essere un titolo curioso, ci è sembrato uno dei momenti meglio riusciti. Ci parli della realizzazione di questo brano?
È un brano di Alessandro composto prima che nascesse Wasabi, ce lo ha sottoposto e ha subìto (il brano, non Alessandro...) il trattamento Wasabi. Ne è rimasto soddisfatto (Alessandro, non il brano) e credo che sia uno dei punti più alti del CD e che al suo interno racchiuda tutti gli elementi che contraddistinguono il nostro lavoro.

Cosa rappresenta la mano aperta mostrata in copertina, e anche nel retro?
Soprattutto è una maniera per catturare l'attenzione di chi guarda la copertina del CD e un modo per "agguantare" la loro attenzione. E poi dopo un’ora di scatti non si riesce a stare fermi con le mani.

Il trio è una formazione che ha molti riferimenti al passato. In che modo riuscite a renderla attuale e come pensate di poterla sviluppare nel prossimo futuro?Cerchiamo di non percorrere la prima idea che ci viene quando si trovano gli ostacoli che inevitabilmente caratterizzano il lavoro su un brano. Cerchiamo di muoverci in maniera diretta e senza cercare "vaghezze" armoniche o ritmiche che aggirerebbero il problema senza risolverlo. Abbiamo sempre ascoltato con molta attenzione la tradizione e il lavoro dei maestri, anzi dei Maestri con la M maiuscola. Credo che questa sia la chiave per andare avanti cercando di essere sempre convinti e convincenti.

Vassilis Tsabropoulos: The Promise

Chissà se Vassilis Tsabropoulos ha paura del vuoto. La risposta potrebbe essere negativa, dal momento che The Promise, il disco in piano solo registrato al Megaron Concert Hall di Atene con la produzione di Manfred Eicher, lascia emergere molte situazioni dai suoni diradati, distanti, piene di spazi lasciati liberi, sospesi.
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