giovedì 21 ottobre 2010

Ravenna Jazz 2010: il live report



L'edizione 2010 del Ravenna Jazz - la trentasettesima per gli almanacchi - si è svolta con la formula che ha caratterizzato gli appuntamenti degli anni precedenti: doppio concerto per tre sere consecutive, nel mese di ottobre. Un momento della stagione dove l'appassionato di jazz ha archiviato le emozioni dei festival estivi e mette mano all'agenda per scegliere gli eventi di maggiore interesse. Ravenna dunque - città ospitale e affascinante -, a prescindere, è tappa obbligata. Perché la kermesse presenta sempre un cartellone dove si possono trovare spunti di interesse, e perché i concerti si tengono al Teatro Alighieri, una location di bellezza suggestiva dove - e non è roba da poco - si può godere di un'acustica di buon livello.

Tre sere dicevamo. La prima dedicata alla figura di Django Reinhardt, nel centenario dalla sua nascita (23 gennaio 1910), e due che hanno visto protagonista Stefano Bollani e le sue diverse declinazioni artistiche. Ma cosa hanno in comune il geniale chitarrista e il pianista italiano? Probabilmente, il nomadismo. Il primo era nomade per natura, aveva l'anima ambulante, era un irregolare. Come il secondo del resto, che è nomade nell'intenzione: suona da solo, in duo, con l'orchestra; ora è carioca, poi jazz standard, o anche pop all'occorrenza. Ma andiamo con ordine:

8 ottobre: About Django


Ravenna, esterno notte. Sono solo le 20, ma si ha la sensazione che nulla potrà più accadere. Strade deserte, insegne spente, tra i vicoli è caccia all'ultima piadineria aperta, per una cena fugace. Invece, qualcosa accade. Sul palco del Teatro Alighieri salgono cinque figure dissimili. Sono i Manomanouche, band devota alle sonorità di Reinhardt composta da due chitarre, sax, contrabbasso e fisarmonica. Spetta a loro aprire il festival, e lo fanno senza lasciare un segno di grande incisività, anche se nel proprio set vanno rintracciati diversi motivi di interesse. A cominciare dalle doti tecniche dei due chitarristi, Nunzio Barbieri e Luca Enipeo, capaci di elevarsi in discorsi solitari intensi e di precisissima profondità espressiva, ma anche di accompagnare gli slanci del fisarmonicista Massimo Pitzianti e di Diego Borotti al sax, ai quali va riconosciuta una buona versatilità. Un'ora di concerto sviluppata su tempi medio-lenti, dove l'anima di Django è stata omaggiata con un pizzico di nostalgia e senza grandi impennate di esuberanza.

Di tutt'altra andatura il secondo concerto in programma. Sul palco si presenta il Trio Rosenberg: tre cugini olandesi autodidatti, frizzanti, simpatici a pelle. Si mettono in tasca i consensi del pubblico presente - fino a quel momento vagamente assopito - con una versione tiratissima di "What Kind of Friend," che vede Stochelo Rosenberg sciorinare una tecnica chitarristica incendiaria. Velocissimo, capace di un sound efficace e coinvolgente strappa applausi sinceri. Due gli ospiti invitati a prender parte alla serata: il fisarmonicista Marcel Azzola e lo strepitoso violinista rumeno Florin Niculescu. Il primo attenua gli slanci dei cugini indiavolati con una dose massiccia di classe ed esperienza; il secondo ruba letteralmente la scena al resto della band. Il suo modo di suonare il violino è di una bellezza clamorosa: traccia melodie angolari e di notevole attrattiva. Sul finire dell'esibizione si ritrovano tutti e in cinque sul palco, ed è difficile tenere gli occhi fermi su un unico particolare e cogliere tutte le sfumature. Ancora applausi.

Non c'è stato il tutto esaurito in questa prima serata, ma i presenti si sono portati a casa una buona dose di sensazioni positive e uno spaccato interessante sul mondo del gipsy jazz, inquadrato da angolazioni diverse che si sono completate a vicenda.

9 ottobre: Bollani Party 1

Il tutto esaurito era prevedibile per la serata di sabato che ha visto protagonista assoluto Stefano Bollani, prima in duo con Enrico Rava e poi con il Danish Trio, completato da Jesper Bodilsen al contrabbasso e Morten Lund alla batteria. A che punto è la love story tra Rava e Bollani? Sul palco del Teatro Alighieri si è visto un duo che sta attraversando un momento di quieta routine, nel quale si continua a seguire la medesima forma espressiva, fatta di una frammentazione e ricomposizione di standard con in mezzo una serie di intuizioni - soprattutto da parte del pianista - che dilatano e cambiano un discorso altrimenti, dai più, già conosciuto. Il tutto cadenzato da gag e situazioni esilaranti che prendono vita da accadimenti imprevisti: lo scoppio di una luce sul palco, un microfono che si ribalta. Bollani - abbigliamento pop, jeans strappati e maglietta sgualcita - indica la strada da percorrere con il suo consueto approccio multivisionario; contorcendosi sullo strumento come un animale in cerca del pieno godimento. Rava rimane in scia senza tentare mai il sorpasso. Nel complesso li abbiamo visti più ispirati in altre occasioni, anche se il loro set rimane di elevata caratura.

Con il Danish Trio si cambia registro. Bollani sembra più voglioso di creare musica e interloquire con i due danesi. Ne viene fuori un concerto tirato ed entusiasmante. I tre producono musica colorata, distante dalle atmosfere chiaroscurali e pensose dell'ultimo Stone in the Water targato ECM. Bodilsen e Lund tradiscono le loro radici nordiche producendo una spinta ritmica di matrice mediterranea e dall'entusiasmo sudamericano. D'altra parte lo stesso Bollani ha di recente dichiarato di trovarsi in un periodo «vistosamente brasiliano», e forse, inconsapevolmente, questo spinge anche chi gli suona affianco ad usare tinte forti, senza indugi. Un paio di soli di Lund d'accecante bellezza ricevono applausi a scena aperta e restano impressi nei ricordi un concerto senza smagliature.

Uscendo dal teatro stavolta troviamo una Ravenna in festa, è la "Notte d'oro": negozi aperti e musica ovunque, incluso il concerto di un Samuele Bersani sempre in buona vena.

10 ottobre: Bollani Party 2

La rassegna ravennate si risolve con la seconda serata di carta bianca a Stefano Bollani. È la volta dell'esibizione in solo. E come di consueto il pianista non si risparmia. Dedica l'intera performance a «un compositore italiano contemporaneo, che sarei io». Scorrono dunque in sequenza le varie "Elena e il suo violino," "Il barbone di Siviglia," fino alla conclusiva "Buzzillare" richiesta dal pubblico. Temi fatti a coriandoli e rincollati grazie a una capacità unica di andare a pescare in una libreria musicale ampissima, senza il minimo indugio, senza mai un appiattimento di stile, senza cercare il passaggio scontato o la soluzione troppo comoda. Bollani ama rendersi la strada contorta, alla ricerca di una conclusione imprevista e soddisfacente. Le immancabili gag e un'ellissi improvvisativa ispirata rendono il suo percorso solitario di estremo interesse.

Come interessante si è rivelato l'ultimo concerto in programma, unica produzione originale proposta dal festival denominata Bollani e Convidados, rivolto alla musica brasiliana. Una performance caratterizzata da quel sottile velo di saudade che avvolge e rende unica questa musica tra le musiche del Mondo. Per l'occasione Bollani chiama a raccolta una formazione inedita con i fidati Mirko Guerrini al sax e Nico Gori al clarinetto, il flautista Nicola Stilo e la cantante Barbara Casini, colei che gli ha trasmesso, molti anni fa, l'amore per la bossa e tutto ciò che profuma di Brasile.

Bollani indovina l'approccio scegliendo un profilo essenziale, capace di far risaltare le doti dei solisti. In maniera particolare si lascia apprezzare Nicola Stilo, con quel suo timbro strumentale asciutto, pregno di sofferenza e di profondità espressiva. Applausi sinceri e ringraziamenti di rito. Sembra una conclusione di serata come tante, salvo che poi - a luci accese - il pianista salta di nuovo sul palco, per travolgere il pubblico con un'imitazione di Fred Bongusto. Ancora applausi, misti a sorrisi irrefrenabili. Sipario, stavolta sul serio.


Foto di Giorgio Ricci.
Ulteriori immagini di questo festival sono disponibili nella galleria dedicata al concerto di Enrico Rava e Stefano Bollani

lunedì 18 ottobre 2010

Ondamedia: nuovo album e live



Ondamedia

Presentazione live del nuovo album

“Lungo strade senza volto”





13 novembre 2010 @ Alkatraz, Fiumicino (Roma), via delle Conchiglie 16
Ore 22:30, ingresso 8 euro con consumazione
http://www.alkatraz.it

Gli Ondamedia presenteranno dal vivo il loro nuovo concept album “Lungo strade senza volto” all’Alkatraz di Fiumicino (via delle Conchiglie, 16) il 13 novembre 2010, ore 22:30, ingresso 8 euro con consumazione.

L’album è stato scritto, concepito e arrangiato dagli Ondamedia con Roberto Piccirilli al basso e Simone Empler agli archi e pianoforte. Si tratta di un concept autobiografico sulla perdita di se stessi e sul difficile cammino rappresentato dalla continua ricerca della propria identità, respiro dopo respiro. Registrato da Francesco Gagliardini e Simone Empler al BlueTrip Studio e missato da Mirko Cascio (Daniele Silvestri, Luciano Ligabue, Niccolò Fabi) agli Stemma Records and Studios. Mastering effettuato al Cantoberon Multimedia.


La tracklist:

1.Respiro (intro); 2.Simbolo; 3.Uomini senz’alba; 4.Mentore (parte 1); 5.Come eravamo; 6.Un giorno perfetto; 7.Germi che splendono; 8.Oltre la siepe; 9.Mentore (parte 2); 10.Verso di me; 11.Capoverso; 12.Respiro (epilogo).

Il concept:

RESPIRO intro: È il prologo strumentale. L'arpeggio di chitarra segna un’andatura titubante, le carezze del basso delineano lo stato d'animo intorpidito del protagonista e la sua sensazione reale di aver perduto qualcosa.
SIMBOLO: La batteria apre con una cadenza da esecuzione che irrigidisce l'atmosfera, guidando gli strumenti in un crescendo di emozioni, passando dallo smarrimento a un grido disperato: non essere ricordato così. Chiude un assolo di chitarra rabbioso fino alle lacrime.
UOMINI SENZ'ALBA: Brano di rock puro, ritmica e chitarre menano la danza frenetica. L'incapacità di sfruttare le proprie energie di fronte a un futuro impalpabile. Il brano chiude con gli strumenti a guidare un finale psichedelico testimonianza di un periodo in equilibrio precario.
MENTORE parte 1: Una chitarra acustica rilassante, una ninna nanna, una cantilena, la voce della coscienza rassicura il protagonista.
COME ERAVAMO: Un arpeggio orgoglioso e vibrante dà il via alla ricerca del protagonista. Gli strumenti sono lo sguardo al passato, sostengono il brano nei suoi passaggi temporali esprimendo malinconia e fierezza. Guardare chi eri per sapere chi sei, ritrovare la musica, la vita. Una ballata moderna. Ritmica e chitarre espressive sul testo, con un finale teso e riflessivo.
UN GIORNO PERFETTO: Dopo tanto buio, una piccola luce in un cattivo momento. La dolcezza delle chitarre, la ritmica sorniona, la voglia del protagonista. Gli strumenti aprono il brano lasciandolo comunque in un limbo ovattato, accompagnando un urlo di speranza in una nuova libertà che precipita nel vuoto.
GERMI CHE SPLENDONO: La batteria sospesa scarnisce l'atmosfera. L'arpeggio di chitarra sofferente, dà il la a un brano rock con stacchi acidi dove gli strumenti strazianti e amalgamati, duttili e dinamici, descrivono la lotta del protagonista che sprofondato di colpo combatte e cerca indizi anche nelle impurità, contro tutte le sue esitazioni.
OLTRE LA SIEPE: È un brano strutturato in quattro parti. Introduzione rock massiccia, ritmica e chitarre impastate e contrastanti, un flashback tra gioia e dolore, immagini e ricordi. Gli strumenti trasformano un’atmosfera psichedelica in modo ossessivo. Sdegno, rifiuto, rabbia e il coraggio del protagonista desideroso di affrontare il problema.
MENTORE parte 2: La voce della coscienza ritorna. Un arpeggio acustico e un coro spensierati. Il protagonista ha chiuso il conto con i fantasmi del passato ed è pronto a farsene carico.
VERSO DI ME: Un arpeggio di chitarra luminoso. Una ballata on the road. Il protagonista capisce di aver perso se stesso e di essere in viaggio da molto tempo per ritrovarsi ed affrontare il mondo. Nel finale gli strumenti entrano un passo alla volta in un crescendo di suoni devastanti, creando un’atmosfera imponente per un assolo esplosivo.
CAPOVERSO: L'affascinante arpeggio delle chitarre, la ritmica a disegnare uno scenario leggero, morbido. Una ballata dove la consapevolezza del passato, del presente e dell'incertezza del futuro, non spaventa il protagonista. Un finale dove gli strumenti compatti e deliranti di felicità, delineano una corsa liberatoria.
RESPIRO epilogo: È una coda strumentale. L'arpeggio di chitarra riprende il giro dell'introduzione, ma con un’andatura più sicura di sé. Gli altri strumenti entrano e sostengono questa pacatezza d'animo. Il protagonista ora sa che domani tutto potrebbe accadere di nuovo, e proprio questa piccola certezza lo farà sentire pronto a rimettersi in gioco. Il gong sancisce l'anello di congiunzione tra i passaggi della vita.
Il nuovo cd degli Ondamedia “Lungo strade senza volto” sarà disponibile dal 13 novembre 2010 al prezzo di 7 euro nelle seguenti modalità:
- durante i live degli Ondamedia
- online su www.incidi.net e in formato digitale (mp3) su www.incidi.net
“Lungo strade senza volto” sarà inoltre disponibile su iTunes e Napster
Biografia

Gli Ondamedia nascono da un incontro emotivo-artistico, dalla confluenza di strade diverse in un punto comune, strade che si ritrovano a dialogare sull’unico terreno a loro congeniale: gli Ondamedia confrontano le loro storie e il loro modo di concepire la musica navigando su unica onda che media le loro diversità. Questo è il concetto da cui nasce il nome della band.

Attivi dal 1998, fino al 2004 registrano 4 demo che presentano dal vivo nei migliori club di Roma e dintorni con buoni riscontri di critica e pubblico. Nel 2006 coproducono con la UDU Records il loro primo disco “Niente è come sembra”, che vende circa 600 copie esclusivamente attraverso i live e ottiene recensioni positive. Nel 2008 iniziano a lavorare sul loro secondo disco “Lungo strade senza volto”, che vedrà la luce nella seconda metà del 2010.
Nel 2010 si delinea l’attuale lineup, composta da: Fabrizio Collacchi (voce); Massimiliano De Castro e Alberto Foddai (chitarre); Alberto Maiozzi (batteria); Roberto Tempesta (basso).

Press

Suoni che sanno d’oltreoceano, ma rivisitati con cura in chiave nostrana. Arrangiamenti ruvidi, addolciti da rifiniture precise e azzeccate. Buona miscela tra musiche e testi.
(Federico Genta – La Stampa)

Alternano pezzi dall’atmosfera sofferta a tracce più veloci e graffianti. Rabbia, idee e riff chitarristici tanto viscerali quanto coinvolgenti. Elementi Blues (soprattutto negli splendidi assolo di chitarra) ad elementi Hard Rock.
(Enrico Mainero – RockAction.it)

Una band capace di coniugare passaggi soft fascinosi e fraseggi chitarristici d'estrazione rock ottimamente composti e suonati, quasi stridenti nella loro emozionalità ben evidente. La sintesi fra tradizione rock '70 e suono moderno è ben rappresentata..
(Marco Priulla – Rock In Italia)


Web utilities:
http://www.ondamedia.net/
http://www.facebook.com/pages/ondamedia/30469221228
http://www.myspace.com/ondamedia

info e booking: 333.3837272

domenica 17 ottobre 2010

Programmazione Circolo Degli Artisti 18/24 Ottobre

- MARTEDI' 19
Circolo Degli Artisti & Minimum Fax presentano
SANGUE MISTO Book Party
con
Neri Marcoré - voce recitante e chitarra
Fabio Stassi - chitarra
Maré - violino e voce
Franco Piana - tromba e flicorno
dalle 22:45
ingresso
10 euro con libro
dalle 20:30
ingresso libero
proiezione ROMA - BASILEA

- MERCOLEDI 20
Loose Habit & Circolo Degli Artisti
presentano
WE HAVE BAND
+ Discofunken
+ Love The Unicorn
botteghino
20:30
concerti
21:30
ingresso libero fino alle 22:30 / dopo le 22:30 5 euro

- GIOVEDI' 21
ONE DIMENSIONAL MAN
+ Speedy Peones
porte/botteghino
19:30
concerti
20:15
ingresso
12 euro + 1,80 euro d.p.
dalle 23:00
ingresso
5 euro + 1,50 euro d.p.
ANY GIVEN MONTH

- VENERDI' 22
IMMANUEL CASTO
porte/botteghino
20:30
concerti
21:30
ingresso
10 euro + 1,50 euro d.p.
dalle 23:30
ingresso
6 euro + 1,50 euro d.p.
OMOGENIC - serata GLBT curata da DI GAY PROJECT

- SABATO 23
SCREAMADELICA presenta
CRYSTAL FIGHTERS
+ Too Young To Love
porte/botteghino
20:30
concerti
22:00
ingresso
8 euro + 1,50 euro d.p.
dalle 22:30
ingresso
5 euro + 1,50 euro d.p.
ROCK THE DANCEFLOOR - due sale DJ set in collaborazione con RADIO CITTA' FUTURA

- DOMENICA 24
WI-FI ART meets COLLETTIVA FOTOGRAFICA
Festa D'Apertura THAT'S ALL FOLKS
Radio Fandango in diretta dal Circolo Degli Artisti ospita Sylvie Lewis, Elizabeth Cutler, Honeybird & The Birdies, Cacique De Roma
dalle 19:00
ingresso libero

mercoledì 13 ottobre 2010

One Dimensional Man: al Circolo degli Artisti


GIOVEDI’ 21 OTTOBRE
ONE DIMENSIONAL MAN - You Kill Me Tour 2010
+ Speedy Peones
botteghino 19:30 concerti 20:15 ingresso 12 euro + 1,80 euro d.p. dalle 23:00 ingresso 5 euro + 1,50 euro d.p.

ANY GIVEN MONTH

@ CIRCOLO DEGLI ARTISTI

Via Casilina Vecchia 42 - Roma

06 70305684; info@circoloartisti.it

I One Dimensional Man sono un gruppo musicale veneto (precisamente di Venezia) di matrice indie - noise - post-rock e blues che nasce nel 1996 dall'idea di Pierpaolo Capovilla (voce e basso) e Massimo Sartor (chitarra). Successivamente entrerà a far parte della band Dario Perissutti (batteria) proveniente da varie esperienze come chitarrista nell'area indipendente veneziana. Il nome della band è ispirato all'opera del filosofo Herbert Marcuse L'uomo a una dimensione, in cui viene denunciata la tendenza della società occidentale ad appiattire l'essere umano alla dimensione di individuo-consumatore, privo di sogni e aspirazioni diverse dal possesso di nuovi prodotti della società industriale. Con questo nucleo vedrà la luce nel maggio del 1997 il loro primo disco One Dimensional Man pubblicato dall'etichetta indie pisana Wide Records, 13 brani potenti, rumorosi e frenetici. Il disco un po' a sorpresa viene accolto subito favorevolmente dalla critica di settore. Tra il 1997 e il 1998 la band si esibirà in oltre 100 concerti in Italia e all'estero (Slovenia, Croazia, Repubblica ceca e Slovacchia). Suoneranno tra l'altro come gruppo spalla per molti gruppi importanti quali Blonde Redhead, The Cows, Kepone, Fluxus, Uzeda e più avanti nel 1999 con dEUS e Jon Spencer Blues Explosion. Nel luglio del 1998 Massimo Sartor lascerà la band e verrà sostituito da Giulio Favero, giovane chitarrista dell'area indie padovana e precedentemente batterista dei Geyser (ironia della sorte un batterista ex chitarrista e un chitarrista con un passato da batterista). Proprio con l'arrivo di Giulio la sonorità della band si sposta più verso il blues e il rock degli anni ottanta (Birthday Party, The Cramps, Scratch Acid, Butthole Surfers). Nel gennaio 2000 arriva il secondo disco 1000 Doses of Love, sempre con la Wide Records, che esprime pienamente il cambiamento di rotta del gruppo. 9 brani diversi fra loro ma con un filo conduttore, infatti tutti i pezzi sono legati all'amore e al suo fallimento, si potrebbe definirlo come un concept album. Il tour in questione durerà due anni è li porterà in alcuni casi a suonare ancora con band di grande fama come Therapy?, Demolition Doll Rods, Delta 72, Melvins e nuovamente Jon Spencer Blues Explosion. Nel settembre del 2001 si chiudono nel Red House Recordings di Senigallia per registrare il terzo disco che uscirà nel novembre 2001 col titolo You Kill Me che sancirà il passaggio all'etichetta Gamma Pop. Un disco decisamente più maturo accolto con grande entusiasmo sia dalla critica che dal pubblico e li consacrerà come una delle migliori live band italiane in assoluto. Da qui suoneranno per oltre un centinaio di date in Italia e una dozzina all'estero, parteciperanno al programma televisivo MTV Supersonic eseguendo tre brani live e realizzeranno il loro primo videoclip, You Kill Me (regia di G. Cecinelli / Digital Desk, Roma) che verrà programmato da varie emittenti musicali (MTV, All Music, Rock TV, etc.) e suonano in diversi festival estivi come Radio Sherwood Festival (Padova), Rockaralis (Cagliari), Frequenze Disturbate (Urbino, con Giant Sand), Arezzo Wave, Goa-Boa Festival (Genova) e Tora! Tora!. Nel marzo 2003 faranno il loro primo tour europeo che li porterà a esibirsi a Berlino, Vienna, Lugano, Bruxelles, Amburgo. Dopo 4 anni, 2 dischi e circa 200 concerti Giulio Favero matura la decisione di lasciare la band, una scelta serena senza amarezze e incomprensioni che non incrinerà il rapporto con gli altri membri, tanto che Giulio resterà a collaborare per le registrazioni in studio e in qualità di produttore. Arriverà a sostituirlo Carlo Veneziano(Treviso 1983), giovane chitarrista dell'underground trevigiano col quale nel maggio del 2003 iniziano a comporre nuovo materiale e a suonare dal vivo. Durante un concerto il batterista Dario Perissutti si lussa una spalla e viene sostituito per una dozzina di date da Gianluca Schiavon (già con Santo niente, Moltheni e successivamente Yuppie Flu). Dopo una trentina di concerti tra cui alcune date del Tora! Tora!, Arezzo wave e una data del Rock TV tour (che andrà in onda sulla stessa emittente Rock TV) a gennaio 2004 tornano in studio per realizzare il quarto album tra il Blocco A di Padova e il più noto Red House Recordings Studio di Senigallia. Sarà registrato e missato da Giulio Favero (che come citato continua a restare collaboratore della band) e masterizzato da Giovanni Versari al Nautilus Mastering di Milano. Esce il 21 giugno 2004 coprodotto dalle etichette Ghost Records e Midfinger Records e si intitola Take Me Away. 11 brani che tracciano un nuovo cambiamento nel sound della band, stavolta meno aggressivo, più votato alla melodia, talvolta con qualche spruzzo di garage, ma pur sempre un disco degli One Dimensional Man, fedele alla loro attitudine, che non fa altro che confermare l'enorme qualità della band. In estate tornano dal vivo e partecipano a vari festival, tra gli altri Arezzo wave, Neapolis festival (con Air, David Byrne e Arab Strap), Ghost Day (organizzato dell'etichetta varesina) con ospiti come Zu, Karate ed Ex, alcune date del Tora! Tora! tra cui il Brand new: day a Fiumicino (RM). Nel settembre 2004, Mauro Lovisetto, web-designer-grafico-fotografo trevigiano alla sua prima esperienza come regista realizza il loro secondo videoclip, Tell Me Marie, dirigendolo in uno studio di Padova per poi elaborarne un montaggio ricco di grafiche dinamiche, ambientazioni irreali e velocissime sequenze fotografiche, con una tecnica ed un gusto insolitamente originali. Il video comincia ad essere trasmesso dalle varie emittenti tv musicali da metà ottobre e a fine novembre viene premiato al MEI (Meeeting delle etichette indipendenti) di Faenza (RA) come miglior videoclip indipendente dell'anno. Nello stesso periodo si esibiscono in due negozi FNAC per presentare Take Me Away, con un esclusivo showcase in acustico (per la prima volta) suonando l'attesa Mad at Me, due inediti (In Your Arms e Gloria), ed una funebre Just a Boy completamente riarrangiata. La band continuerà a suonare live per tutto il 2005 suonando tra l'altro in vari festival tra cui Tora! Tora!, Arezzo Wave, Piemonte Music Festival, Frequenze Disturbate (per la seconda volta), Metarock a Pisa e il Marcon Music Festival, e come spalla dei Motörhead a Cagliari. Dopo 8 anni di live e 4 dischi nel settembre 2005 Dario Perissutti lascia il gruppo, lo sostituisce il giovane Francesco Valente, proveniente dall'underground triestino. Il debutto di Franz avviene il 24 settembre a Basigliano (GO), per poi continuare il rodaggio in un breve tour in Germania (25, 26, 27 ottobre) ad Amburgo, Berlino e Francoforte. Nel novembre 2005 Pierpaolo Capovilla e Francesco Valente insieme all'ex chitarrista Giulio Favero e al cantante-chitarrista dei Super Elastic Bubble Plastic Gionata Mirai, danno vita al progetto Il Teatro degli Orrori, il cui nome si richiama al Teatro delle Crudeltà di artodiana memoria. La band suona qualche data nel 2006 e comincia un vero e proprio tour nel 2007. Il 6 aprile 2007 pubblicano il loro primo disco, Dell'impero delle tenebre prodotto dall'etichetta La tempesta/Venus. Dopo aver tralasciato per qualche anno il progetto in favore de il Teatro degli orrori nel Mese di Giugno del 2010 a distanza di 6 anni dall'ultimo disco la band annuncia tramite la propria pagina ufficiale su Myspace che tornerà a esibirsi in un nuovo tour nel mese di Ottobre, riproponendo "You Kill Me", uno dei loro dischi più significativi e alcuni brani inediti, con una nuova formazione che prevede oltre a Pierpaolo Capovilla il rientro di Giulio Favero alla chitarra e l'ingresso di Luca Bottigliero dei Mesmerico alla batteria. Aprono gli Speedy Peones.

http://www.onedimensionalman.it/

http://www.myspace.com/onedimensionalman

http://www.myspace.com/speedypeones

http://www.myspace.com/anygivenmondayroma

http://www.circoloartisti.it

http://www.myspace.com/circolodegliartisti