martedì 31 marzo 2009

Danny Given: Appunti di viaggio

È Daniel "Danny" Given a finire sotto i riflettori della quinta uscita di "Appunti di viaggio", collana di brevi pubblicazioni - con traduzione in inglese e cd audio - dedicata a persone che hanno saputo tradurre il talento artistico in mestiere.
Il cantante californiano, senza dimenticare gli errori commessi, si racconta attraverso una lunga introduzione dove ripercorre i tratti salienti della propria vita, quella di un ragazzo costretto a crescere in fretta e che non è mai stato "giovane": cominciando dalla folgorazione per l'organo di chiesa, passando attraverso le passioni fuori dai confini prettamente musicali - l'amore per la propria abitazione descritta come il "piccolo regno", dove non entra nulla del mondo caotico, e l'attrazione per la sua "the car", una Dodge nera e rossa - fino a lambire i sentimenti più cari.
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Collettivo Ginsberg: Pregnancy

Il Collettivo Ginsberg ha raggiunto il giusto assetto dopo diversi anni passati a provare musicisti e a cercare uno stile personale, trovando l’esatta ispirazione nelle fertili praterie discografiche dei vari Dylan, Waits e soprattutto Nick Cave. La gravidanza della band – quartetto di belle speranze mosso dalla sana ammirazione del poeta Allen – ha dato alla luce Pregnancy, un album di canzoni che sanno di blues nostalgico, highway statunitensi e tramonti sofferti.
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Key-Lectric: Blanking Generator

Un blogger di poche parole direbbe che i Key-Lectric spaccano, e di brutto. Ma questo, anche se corrisponde a verità, non basta per definire l’attitudine di una band nata dalle ceneri di gruppi come Container47 e Late Guest at the Party, che grazie alla fiducia di Stuprobrucio Records riesce a dar vita ai dieci brani fulminanti, e fulminati, che compongono questo “Blanking Generator”.
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domenica 29 marzo 2009

Il paese è reale

«Per me andare a Sanremo non ha nessun senso. Andare lì a far parte di un cast, di un ambiente, di un’atmosfera che non c’entra niente con noi, non avrebbe nessun senso. Non lo avrà. Non lo faremo». È interessante partire da questa dichiarazione di Manuel Agnelli (Muz magazine, marzo 2007) per comprendere l’importanza di un’operazione, prima che di un disco, come “Il paese è reale”. Quella che oggi potrebbe sembrare una contraddizione in realtà non lo è, o meglio, non lo è più stata dal momento in cui – prima di partire per il Festival – gli Afterhours avevano annunciato che la loro partecipazione voleva, e doveva, essere il modo per spostare l’attenzione generale verso lo sterminato panorama indie delle terre tricolori.
Ecco dunque “19 artisti per un paese migliore”, come s’interroga il sottotitolo della compilation, che rappresentano un bello spaccato di quello che è oggi la musica in Italia, al di là degli stili e della visibilità. C’è ovviamente il brano sanremese degli Afterhours, in linea con le loro ultime produzioni; ci sono le ottime prove di Paolo Benvegnù (“Il mio amore”) e dei mai scontati Marta sui Tubi (“Mercoledì”). C’è, e non è per niente da sottovalutare, un’onda cantautorale importante: Dente, ironico e affilato come al solito in “Beato me”; Cesare Basile con il sapore aspro de “Le canzoni dei cani”; la luminosa solarità di “Che bella carovana” firmata Marco Iacampo e le sottigliezze di Marco Parente, ben evidenti nella sua “Da un momento all’altro”. Ottimo anche l’apporto degli Zu e i dei Calibro 35; non da meno Beatrice Antolini e The Zen Circus.
Una bella raccolta dunque, non sappiamo se per un paese migliore, ma sicuramente utile per chi desidera un ascolto lontano dai precotti radiofonici e dai fenomeni mediatici pieni di niente.

mercoledì 25 marzo 2009

The One's: Intervista

I The One’s sono una giovane band partenopea legata alle tradizioni della musica a stelle e strisce. Il loro primo album The Debut of Lady June sta riscuotendo buoni consensi, cosicché abbiamo rivolto alcune domande a Damiano Davide (voce, chitarra, piano), il quale, oltre a spiegarci nei dettagli la struttura e la finalità del loro progetto, ci ha fornito degli indizi interessanti riguardo il prossimo futuro del gruppo.
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Impossible Hair - What is the Secret of Impossible Hair?

La ricetta segreta degli Impossible Hair è meno complicata di quanto si possa immaginare. Si tratta di una band composta da elementi di stanza a Baltimora e Washington D.C., che nel tempo hanno accumulato una notevole dose d’esperienza in altri gruppi del panorama underground (Buttsteak, The Orange’s Band, The Andalusians) e sono riusciti a riversarla col giusto piglio in quest’album di debutto a base di indie-rock, melodico senza esagerare e inquinato quanto basta.
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martedì 24 marzo 2009

Father Murphy: And He Told Us To Turn To The Sun

Non è una mezz'ora qualsiasi quella passata in compagnia dei Father Murphy. Il trio veneto, composto da membri del Madcap Collective, produce un ottimo e visionario continuum sonoro che si snoda attraverso i nove movimenti di "...And He Told Us To Turn To The Sun", naturale elevazione del precedente e pur valido "Six Musicians Getting Unknown" (2005).
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Zu: Carboniferous

Voler appiccicare addosso agli Zu un’etichetta stilistica vuol dire tentare di svuotare il mare con un secchiello da spiaggia. Tante sono le derivazioni – e di conseguenza le proiezioni – che la musica del trio romano fa proprie, estraendone il nocciolo creativo, per poi centrifugarlo nella personalissima, imprendibile, inqualificabile, visione musicale.
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domenica 22 marzo 2009

Grinpipol: De Grin Sound of de Grinpipol

Ispirati alla figura immortale di Syd Barrett, mossi da una sanissima voglia di ruvido rock dalle fattezze decise. Sono i Grinpipol, quintetto di Sassari che riversa nell'esordio cantato in inglese intitolato "De Grin Sound of de Grinpipol" la voglia di mettere in mostra un suono personale, non originalissimo, ma di sicuro effetto.
Nel loro mondo verde, prettamente rock, trovano posto nove tracce stipate in poco più di mezz'ora, che si lasciano ascoltare con piacere e curiosità.
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giovedì 19 marzo 2009

Saint Four: ep

Stiv Cantarelli fa tesoro della propria esperienza decennale - debuttò nel '99 con i Satellite Inn su etichetta Moodfood records - per dar vita al nuovo progetto denominato The Saint Four. In questo ep omonimo accantona le atmosfere rarefatte e le sperimentazioni degli ultimi tempi, in favore di quel cantautorato arido e viscerale che ne segnò gli esordi.
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Underdog: Keyne Psychotherapie

È fin troppo semplice, seppur apparentemente straniante, elencare le affinità elettive con i Quintorigo – la passione per una musicalità fuori schema, i riferimenti a Mingus – per mettere a fuoco il suono e l’attitudine degli Underdog. Al contrario, è interessante prendere questo spunto come partenza verso considerazioni molto più intriganti.La band romana, attiva dal 2004, arriva alla pubblicazione dell’album d’esordio Keine Psychotherapie forte di una robusta attività nella scena underground, dove è riuscita a ottenere una serie di importanti consensi tra gli addetti ai lavori. Undici brani nei quali s’incontrano – intrecciano, scontrano, impastano – suoni e forme espressive di varia natura, tangenti visionarie e nuclei creativi sviluppati grazie un background culturale notevole, che va dalle sabbie mobili zappiane al concentrato di visceralità del Nick Cave esordiente.
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mercoledì 18 marzo 2009

K-Branding: Facial

È un intreccio sonoro molto complicato e avvincente quello messo in piedi dai K-Branding. Il trio composto da Vincent Stefanutti (sax e percussioni), Sébastien Schmit (drum) e Grégory Duby (basso) dà alle stampe “Facial”, il primo vero lavoro sulla lunga distanza dopo molti chilometri macinati in anni di live, demo, sperimentazione e assestamenti di line-up, inizialmente concepita come formazione a sei nei The Monday Guys agli inizi del decennio.
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martedì 17 marzo 2009

Southerly - Storyteller & the Gossip Columnist

Può trovare posto nell’iPod di un appassionato di indie-pop un album come “Storyteller & The Gossip Columnist”? La risposta è sicuramente sì, a patto che lo spazio disponibile sia molto, altrimenti, al cospetto di pochi mega, sarà meglio cercarsi qualcosa di più accattivante. Questo per dire che il sound sviluppato da Southerly (moniker dietro al quale si cela la figura di Krist Krueger e un gruppo di musicisti ben assortiti) è certamente di buona qualità, ma non risulta irresistibile.
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lunedì 16 marzo 2009

Ear: Asfodeli da conservare

Gli Ear - Andrea Barlotti, chitarra e cori; Cristiano Sapori, voce e chitarra; Eulalia Grillo, violino -danno alle stampe un nuovo capitolo della loro storia meritandosi l’elogio per un disco interessante, anche se non privo di passaggi da rivedere, correggere, rendere più appetitosi.“Asfodeli da conservare” è un album dalla duplice lettura. Da una parte la musica, con gli arrangiamenti intriganti, raffinati, pieni di timbri e colori che creano uno sfondo compatto; dall’altra la voce di Sapori, decisamente meno originale e più votata all’appiattimento tipico del pop tricolore.
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venerdì 13 marzo 2009

Paolo Benvegnù: @ Circolo degli Artisti

Mentre si avvicinava il concerto di Paolo Benvegnù al Circolo degli Artisti di Roma erano molti gli interrogativi che ci rimbalzavano in testa. Uno su tutti: perché un artista di tale spessore non è finora riuscito a far valere in maniera decisiva le proprie capacità? Domanda troppo complessa per essere risolta nel volgere di un concerto, che però ha cementato tutte le buone impressioni che avevamo su di lui.«Iniziamo come dieci anni fa» è la frase che introduce il primo brano in scaletta, quella Rosemary plexiglas che tanto ci aveva fatto innamorare degli Scisma e della stoffa del cantautore toscano.
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giovedì 12 marzo 2009

Elettronoir: Non un passo indietro

Atmosfere che richiamano il cinema d’autore, toni minori, citazioni colte, elettronica tesa al raggiungimento del perfetto equilibrio tra fascino e mistero. Sono questi gli ingredienti dell’ottima ricetta musicale proposta dagli Elettronoir, band capitolina giunta al secondo atto di una trilogia iniziata con il precedente “Dal fronte dei colpevoli” del 2005. Questo nuovo Non un passo indietro (in download gratuito sul sito della band) rappresenta uno snodo decisivo nel loro cammino, perché ne cementa le convinzioni in merito alle scelte stilistiche e perché segna un deciso miglioramento lì dove serviva, ovvero nell’equilibrio generale di un suono che si è ispessito, fatto grande.
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Remo Remotti: Lo zodiaco di Remotti

Ironico, pragmatico, irriverente. Remo Remotti – classe 1924, icona dell’underground capitolino e non solo – torna a far parlare di sé con un album interamente incentrato su una delle sue tante passioni: l’astrologia. Nello Zodiaco di Remotti il nostro ha da ridire su tutto e su tutti: dall’ariete «privo d’umorismo», ai pesci che «vanno da una parte all’altra e non sanno che pesci prendere» e che «dopo tre giorni puzzano», senza risparmiare i suoi amici dello scorpione che definisce «i becchini dello zodiaco, sensuali e passionali».
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mercoledì 11 marzo 2009

Fuorisessione 08

"Furisessione 08" è la compilation di artisti italiani voluta dall'Associazione Scienze Politiche di Sassari in favore di Emergency, con la direzione artistica di Giovanni Salis e Michele Biccone. Venti i brani proposti in una buona alternanza di forme e stili, con quattro partecipazioni di realtà affermate provenienti dal "continente" e il resto affidato a band sarde di belle speranze.
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martedì 10 marzo 2009

Rocco Triventi, in arte Trivo, fa confluire nella musica le passioni che lo accompagnano fin da quando era piccolo: il disegno, la fotografia e il cinema. Il suo album autoprodotto dal titolo “Emoterapia” mostra in 17 episodi – alcuni dei quali sono solo dei brevi accenni – tutte le attitudini di un artista che sa far convivere colori, visioni e suoni provenienti da mille direzioni fino a dar forma a un insieme asimmetrico, policromo.
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lunedì 9 marzo 2009

9: Eponymous

Di recente Simon Reynolds, uno dei critici musicali più influenti del pianeta, ha affermato che: «Berlino è a tutti gli effetti la nuova capitale della musica elettronica». Sarà d'accordo con lui Marco Brosolo, in arte 9, che nella città tedesca vive e compone assorbendone tendenze e visioni.
Il suo album d'esordio "Eponymous" risente positivamente di varie influenze sonore che riescono a trasformare un'onesta raccolta di musica pop, in un qualcosa di più interessante e vario.
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mercoledì 4 marzo 2009

Luca Ghielmetti: intervista

Non è stato facile sbarazzarsi di un soleggiato pomeriggio romano per tener fede all’appuntamento con Luca Ghielmetti fissato in un noto centro commerciale, prima dello showcase di presentazione del suo album omonimo, arrivato a dieci anni di distanza dal precedente “Dolci spose mancate d’un soffio”. Ma il cantautore ci ha ripagato con un’intervista sincera, fatta di parole semplici e al contempo profonde, rispondendo in maniera schietta e amabile, come il prosecco che deliziosamente sorseggia tra una domanda e l’altra.
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Marlene Kuntz: The best of

Col passare del tempo tutto cambia, è inevitabile. Le persone, la società, le cose, i gruppi musicali. Anche quelli che più amiamo, con i quali abbiamo condiviso pensieri e emozioni, per i quali abbiamo speso la nostra passione. I Marlene Kuntz compresi. Quei Marlene Kuntz che ai cambiamenti ci hanno abituato, fino a convincerci che si è trattato di una auspicabile, sofferta, naturale evoluzione.Arriva oggi, a venti anni dagli esordi nella polvere di Cuneo, il loro Best of, questo sì evitabile, ma dal quale emerge una figura multiforme, piena di sfumature e tratti distintivi.
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lunedì 2 marzo 2009

Patrizio Fariselli: intervista

Avere dall’altra parte della cornetta Patrizio Fariselli vuol dire entrare in contatto con pezzo importante – se non fondamentale – di storia dell’intera musica italiana. Un personaggio con il quale, oltre che parlare del suo ultimo lavoro discografico Notturni, abbiamo voluto allargare lo spettro della conversazione, dagli esordi con gli Area fino all’educazione musicale nel nostro Paese. Ci ha risposto con l’umiltà tipica dei più grandi, lasciando trasparire il pensiero profondo di una persona e un musicista sempre teso all’innovazione, alla ricerca senza calcolo.
Come possiamo collocare “Notturni” nel quadro generale della tua carriera? Ogni volta che faccio un lavoro, sinceramente, l’ultima cosa di cui mi preoccupo è dove collocarlo. È dopo gli altri e prima del prossimo, e questa non vuol essere una battuta. Diciamo che c’è una continuità nel mio pensiero musicale, ma formalmente gli album sono molto differenti l’uno dall’altro.Quindi non c’è nessuna relazione neanche con il lavoro in solo “Area: variazioni per pianoforte”? Non diretta, non meccanica, non così palese. Questo è un lavoro che prende vita da presupposti radicalmente differenti dal mio disco di solo piano. Nasce da un lungo lavoro in studio. Lo studio è un elemento fondamentale di “Notturni”, inteso come tecnologie e macchine. I miei ultimi lavori erano basati su sonorità principalmente acustiche di pianoforte, contrabbasso, batteria e quanto altro, questo è completamente e esclusivamente elettronico, compreso il suono del pianoforte. È un lavoro fatto negli ultimi tre anni, non nei ritagli di tempo, ma parallelamente agli altri progetti che ho portato avanti. L’idea di chiamarlo “Notturni” è legata al fatto che ci ho lavorato soprattutto di notte (ride, ndr).
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