domenica 29 marzo 2009

Il paese è reale

«Per me andare a Sanremo non ha nessun senso. Andare lì a far parte di un cast, di un ambiente, di un’atmosfera che non c’entra niente con noi, non avrebbe nessun senso. Non lo avrà. Non lo faremo». È interessante partire da questa dichiarazione di Manuel Agnelli (Muz magazine, marzo 2007) per comprendere l’importanza di un’operazione, prima che di un disco, come “Il paese è reale”. Quella che oggi potrebbe sembrare una contraddizione in realtà non lo è, o meglio, non lo è più stata dal momento in cui – prima di partire per il Festival – gli Afterhours avevano annunciato che la loro partecipazione voleva, e doveva, essere il modo per spostare l’attenzione generale verso lo sterminato panorama indie delle terre tricolori.
Ecco dunque “19 artisti per un paese migliore”, come s’interroga il sottotitolo della compilation, che rappresentano un bello spaccato di quello che è oggi la musica in Italia, al di là degli stili e della visibilità. C’è ovviamente il brano sanremese degli Afterhours, in linea con le loro ultime produzioni; ci sono le ottime prove di Paolo Benvegnù (“Il mio amore”) e dei mai scontati Marta sui Tubi (“Mercoledì”). C’è, e non è per niente da sottovalutare, un’onda cantautorale importante: Dente, ironico e affilato come al solito in “Beato me”; Cesare Basile con il sapore aspro de “Le canzoni dei cani”; la luminosa solarità di “Che bella carovana” firmata Marco Iacampo e le sottigliezze di Marco Parente, ben evidenti nella sua “Da un momento all’altro”. Ottimo anche l’apporto degli Zu e i dei Calibro 35; non da meno Beatrice Antolini e The Zen Circus.
Una bella raccolta dunque, non sappiamo se per un paese migliore, ma sicuramente utile per chi desidera un ascolto lontano dai precotti radiofonici e dai fenomeni mediatici pieni di niente.

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