giovedì 2 luglio 2009

Wasabi: Wasabi

Ogni qual volta si mette nel lettore un CD di un trio piano-batteria-contrabbasso, c'è sempre l'eventualità di andare incontro a un ascolto standardizzato, prevedibile. Ma difficilmente la Picanto Records di Sergio Gimigliano si lascia catturare da progetti canonici, dalle trepidazioni schematizzate, e Wasabi ne è ulteriore prova.

leggi la recensione su all about jazz italia http://italia.allaboutjazz.com/php/article.php?id=4087


Intervista a Lorenzo Feliciati:

Come e perchè è nato il progetto Wasabi?
Avevo il desiderio di costruire qualcosa insieme a Emanuele Smimmo e Alessandro Gwis. Abbiamo suonato insieme tantissime volte e ho subito pensato a loro quando l'idea di un trio di musica acustica, ma d’impatto, ha cominciato a girarmi in testa.

Qual è la relazione tra il wasabi e la musica che proponete?
Il wasabi è una salsa solida di grande "impatto" sul palato, che rende molto speziato e saporitissimo il pesce crudo tipico del sushi. Mi sembrava un parallelo interessante e spero che l’ascoltatore della nostra musica senta l'impatto dei Wasabi.

Sei l'autore della maggior parte dei brani, ma nell'insieme "Wasabi" non sembra un disco pensato prevalentemente da un bassista, si respira più aria di lavoro comune. È un'impressione esatta? Come si è svolto il processo compositivo?
Uno dei punti fermi del progetto, condiviso anche dagli altri compagni di avventura, è stato quello di cercare di aggirare anche nella scrittura del nostro repertorio quelli che sono gli stilemi del "piano trio" classico, con brani costruiti secondo gerarchie e ruoli ben codificati. Ho quindi cercato insieme a Emanuele e Alessandro di costruire brani che lavorassero su coordinate un po’ diverse dal solito. Sono un musicista di estrazione rock e progressive, è stato naturale per me pensare a riff e a costruzioni più "a strati" piuttosto che alla verticalità dove uno strumento suona il tema (di solito il piano) e gli altri due accompagnano.

"The Talking Asshole", oltre a essere un titolo curioso, ci è sembrato uno dei momenti meglio riusciti. Ci parli della realizzazione di questo brano?
È un brano di Alessandro composto prima che nascesse Wasabi, ce lo ha sottoposto e ha subìto (il brano, non Alessandro...) il trattamento Wasabi. Ne è rimasto soddisfatto (Alessandro, non il brano) e credo che sia uno dei punti più alti del CD e che al suo interno racchiuda tutti gli elementi che contraddistinguono il nostro lavoro.

Cosa rappresenta la mano aperta mostrata in copertina, e anche nel retro?
Soprattutto è una maniera per catturare l'attenzione di chi guarda la copertina del CD e un modo per "agguantare" la loro attenzione. E poi dopo un’ora di scatti non si riesce a stare fermi con le mani.

Il trio è una formazione che ha molti riferimenti al passato. In che modo riuscite a renderla attuale e come pensate di poterla sviluppare nel prossimo futuro?Cerchiamo di non percorrere la prima idea che ci viene quando si trovano gli ostacoli che inevitabilmente caratterizzano il lavoro su un brano. Cerchiamo di muoverci in maniera diretta e senza cercare "vaghezze" armoniche o ritmiche che aggirerebbero il problema senza risolverlo. Abbiamo sempre ascoltato con molta attenzione la tradizione e il lavoro dei maestri, anzi dei Maestri con la M maiuscola. Credo che questa sia la chiave per andare avanti cercando di essere sempre convinti e convincenti.

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