martedì 9 marzo 2010

Serate kroniche: i live report (Editors/Disco Drive)




In un ambiente freddo e vagamente distratto spetta ai nostri Joy Cut aprire la tappa romana del tour degli Editors e - nonostante l’indifferenza dello sparuto pubblico che sta lentamente riempiendo il Piper Club – il trio riesce ad offrire un mini-set efficace che strappa pochi applausi ma sinceri. Una rapida sistemazione al palco ed ecco esibirsi i londinesi The Boxer Rebellion, band di belle speranze capace di scaldare gli animi e catalizzare l’attenzione dei presenti con una prestazione essenziale, decisa, senza sbavature e dal coinvolgente andamento ritmico.

Quando ormai sul pavimento del leggendario club capitolino non c’è più neanche una mattonella libera arrivano sul palco gli Editors. I ragazzi di Birmingham sanno bene quanto una buona scaletta può incidere sulla riuscita di un concerto ed infilano subito in apertura - senza perdersi in introduzioni di sorta - due schegge taglientissime del loro repertorio: “Lights” e “Bones”. Due brani eseguiti a perdifiato, con tutta l’energia possibile neanche fosse l’ultimo live della loro carriera. Un avvio folgorante che ha un impatto decisivo in grado di far schizzare alle stelle l’entusiasmo di un’audience che ha voglia di saltare, ballare e farsi trascinare.

La band non è di quelle che si fanno pregare, anzi. Tom Smith si produce in una performance convincente, interpreta i testi delle canzoni con smorfie e pose teatrali, tiene il palco con disinvoltura e ruba la scena mettendosi a suonare in piedi sul pianoforte, arrivando in alcuni momenti quasi a toccare i ragazzi delle prime file e dimenandosi divertito dal tanto entusiasmo prodotto. Dal vivo i brani assumono una veste meno profonda e oscura ma leggermente più colorata ed ariosa. La voce di Smith è più squillante, Leetch al basso e soprattutto il drummer Edward Lay sostengono la struttura ritmica con un apporto incessante e preciso, mentre la chitarra di Urbanowicz resta defilata senza trovare grandi spazi.

Questi sono gli Editors, una band che ha molte frecce nel suo arco e che riesce a mantenere alto il livello emozionale soprattutto grazie a brani come “When Anger Shows”; un pezzo dalla timbrica decadente eseguito con rabbia, forza espressiva e passione. Il concerto non conosce soste e il pubblico partecipa entusiasta e divertito: “Blood” fa elevare aggreganti cori da stadio e una decisissima versione di “All Sparks” produce un battimano incessante. I brani dei due album si mescolano facilmente in un cocktail micidiale: “Munich” è accolta da acclamazioni trionfalistiche e le nuove ma già epiche “An End Has a Start” e “Escape the Nest” fanno sì che l’eccitazione rompa gli argini. Si respira un’aria vibrante; ogni track sviluppa esaltazione e il clima è ormai bollente.

Nel finale la bellissima versione di “Smokers Outside the Hospital Doors” mette il punto esclamativo ad un’esibizione maiuscola capace di spezzare quel filo di scetticismo che prima del concerto legava molti pensieri dei presenti, tra i quali quello del vostro diffidente cronista.

Disco Drive @ Circolo degli Artisti, Roma 03.11.2007



C’era attesa e molta curiosità tra gli spettatori che sabato 3 novembre hanno affollato – come di consueto – il Circolo degli Artisti di Roma, locale sempre più al centro delle scorribande elettro-indie della bella penisola.

L’opening act ha visto protagonisti gli Elettronoir, gruppo volenteroso che ha presentato un set incentrato su quelle sonorità chiaroscurali - infarcite di soluzioni elettroniche - con le quali si stanno facendo conoscere anche al di fuori dei confini capitolini. Un live che purtroppo paga pegno ad un’impostazione timbrica sicuramente da rivedere; la voce di Marco Pantosti si perdeva nelle frequenze del basso di Matteo Cavucci, rimanendo soffocata e per lunghi tratti incomprensibile. Bella la presenza scenica della femme fatale Georgia Colloidi che però non è bastata per elevare un suono complessivamente troppo incentrato sull’elettronica di Davide Mastrullo.

Di ben altra pasta l’esibizione dei sempre più affermati Disco Drive. Trio esplosivo, estroverso, eclettico al punto da far letteralmente vibrare l’atmosfera compassata del Circolo. Un concerto a tratti straripante, dall’approccio forsennato e incredibilmente coordinato malgrado le lancinanti sonorità di una band sempre più lontana dagli stilemi degli esordi e sempre più propensa ad un noise d’altissima qualità.

Consapevoli del loro spessore, i ragazzi si permettono sperimentazioni d’ogni genere, si cambiano postazione e strumenti con scioltezza mantenendo sempre vivissima la sensazione cortocircuitale nella quale si proiettano fin dalle prime battute. I brani del nuovo “Things To Do Today” dal vivo risultano ancora più vorticosi e incendiari. Track pazzesche come “It’s a Long Way to the Top” esaltano il pubblico che si lascia ben volentieri trascinare verso territori al confine di un isterismo frenetico e originalissimo.

Doppia batteria, trovate elettroniche, qualche sbavatura dovuta al continuo azzardo sonoro e al ritmo incessante; sono queste le caratteristiche che fanno dei Disco Drive una band fuori da ogni possibile definizione. Difficile trovare gruppi che sul palco danno tutto con questa energia e con tale espressività.

Mai, per nessun motivo, vorremmo capitare sotto una bacchetta di Jacopo Corazzo ma, sicuramente, abbiamo molti argomenti per ricapitare sotto il palco di un loro concerto.

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