
La band romana – un bel combo di cinque elementi dal tocco calibrato – dà vita a una miscela fatta di post-rock e psichedelia, capace di produrre visioni di mondi lontanissimi, fatti di scenari secchi, aridi, ma che d’improvviso si aprono su oasi colorate, lussureggianti. Il cambio repentino d’atmosfera e le aperture melodiche di grande enfasi sono le armi migliori dei Mokadelic, e forse vanno ricercati in questi elementi i motivi che hanno spinto Salvadores a sceglierli per la sua pellicola.
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