martedì 16 giugno 2009

Robotnik: Brodo

Lo sviluppo formale della musica dei Robotnik ruota intorno al concetto e alla messa in pratica del processo creativo da loro denominato “Musica a consiglio”, ovvero l’improvvisazione su tracce audio (con elementi metrici e armonici) che solo i musicisti possono sentire attraverso l’utilizzo delle cuffie. Una specie di filo di Arianna invisibile a chi ascolta, ma che fornisce agli interpreti un punto di partenza comune dal quale far scaturire derivazioni stilistiche e tangenti avanguardistiche.

Il risultato è in parte riassunto nelle tracce di “Brodo”, l’album dove il quartetto – insieme a una nutrita schiera di ospiti chiamati a interagire – attua l’idea si “suggested music” e dà vita a un’ora di musica interessante. I Robotnik non sempre centrano appieno la stimolazione sensoriale di chi è chiamato a catturare le vibrazioni emanate da “Brodo”, ma certamente offrono spunto per alcune riflessioni positive.

In tal senso non si possono ignorare le riuscite riletture – intelligenti e lontane dalle movenze originali – di “Turn on the World Around” e di “Space Oddity”, e neanche i temi sviluppati con perizia, sia sotto il profilo formale che espressivo, di “Tragedia in viola” e della cangiante “Le fouton rouge”, ma non tutto torna nello scacchiere di questo lavoro.

E ci riferiamo proprio alle musiche nate dai suggerimenti a noi celati, ovvero le varie “Tosso”, “Forse” e “Virilità” che non marcano la nostra anima, anzi, lasciano pensare che la “suggested music” risulti certamente intrigante per chi la esegue, ma meno entusiasmante per chi l’ascolta.

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